
La Scuola per la pace esprime profonda solidarietà alle colleghe, ai colleghi, alle e agli studenti delle scuole toscane oggetto di esecrazione da parte di esponenti politici della maggioranza e di ispezione da parte del MIM per aver partecipato ai webinar con la dott.ssa Francesca Albanese organizzati da Docenti per Gaza. Sottolineiamo che la qualità dell’offerta formativa di Docenti per Gaza è indubbia, si inserisce a pieno titolo nei percorsi di Educazione civica e di Storia contemporanea e contribuisce alla didattica con un approfondito bagaglio di conoscenze.
Denunciamo l’indebita ingerenza con cui esponenti politici e governativi entrano prepotentemente nelle scelte didattiche che competono ai Collegi docenti e ai Consigli di classe, con un evidente intento repressivo le cui motivazioni sono del tutto estranee alle funzioni istituzionali, educative, didattiche e culturali della scuola.
La dott.ssa Albanese, a cui va la nostra massima stima, è infatti una figura istituzionale di rilievo internazionale, essendo stata nominata Relatrice speciale sui Territori occupati palestinesi dalla Organizzazione delle Nazioni Unite con l’incarico ufficiale di riferire sullo stato dei diritti umani in tali territori. La sua presenza nelle scuole, pur attraverso lo strumento del webinar, rappresenta dunque un contatto diretto delle/gli studenti con la più importante organizzazione intergovernativa mondiale, fondata nel 1945 e composta di 193 Stati, che ha tra le sue molte finalità la pace, l’autodeterminazione dei popoli e il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.
L’idea di esporre la dott.ssa Albanese a un “contraddittorio”, come pare sia stato adombrato dal MIM, è evidentemente ridicola e arrogante in quanto del tutto antiistituzionale.
Il governo e i politici italiani, calpestando quanto nelle scuole si insegna in tema di diritti umani come basi della convivenza e della democrazia, mostrano di disprezzare apertamente i diritti umani stessi e il diritto internazionale, di non riconoscere l’autorevolezza dell’ONU, di voler conculcare e censurare la libertà di insegnamento e le prerogative didattiche dei docenti.
Non ce ne stupiamo, ma lo denunciamo a gran voce perché, a fronte di simili gravissime interferenze, più forte deve essere il nostro impegno per salvaguardare collettivamente gli spazi di libertà di insegnamento, di rispetto delle istituzioni, del diritto internazionale e della Costituzione italiana che in questa epoca buia di guerre, genocidi e autoritarismi la scuola italiana continua a garantire.
La Scuola per la pace Torino e Piemonte 14 dicembre 2025