4 Novembre disobbediente

Ieri, 4 novembre è stata una giornata disobbediente per la Scuola per la pace.
La mattina alcune/i di noi sono riuscite/i a seguire il convegno, pur non certificato, La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione, con cui l’Osservatorio ha neutralizzato la intimidatoria censura di Valditara al precedente convegno organizzato dall’Osservatorio e dal CESTES . La scuola non si è fatta silenziare e il convegno ha registrato circa 2200 visualizzazioni. Nel pomeriggio abbiamo partecipato al presidio presso l’USR, dove docenti e studenti, forse per la prima volta, hanno saldato le loro istanze in un discorso politico comune contro la militarizzazione delle scuole, le guerre e i genocidi, le politiche di riarmo, la censura e la repressione del dissenso a favore di un futuro di pace, libertà e giustizia. La delegazione di docenti e studenti che è salita a conferire con il direttore generale ha espresso in modo corale queste istanze condivise. Le risposte del direttore generale, pur formali, ci danno utili indicazioni: ai docenti è stato detto che gli interventi di militari nelle scuole possono essere proposti dall’USR, ma che le scelte didattiche sono decise negli organi collegiali: Collegi docenti e consigli di classe. Dunque è necessario che le/i docenti riprendano il proprio ruolo, pretendendo che le scelte didattiche non siano imposte e che i progetti militaristi vengano presentati negli organi collegiali, per poterli discutere e contrastare. Agli studenti è stata offerta una generica disponibilità all’ascolto: dunque è necessario che le/gli studenti continuino la lotta, che è anche la nostra, per conquistare spazi di autonomia e agibilità politica nel mondo della scuola.