Ddl Gasparri: hasbara e repressione per l’assimilazione delle coscienze

Segnaliamo con preoccupazione che le recenti e numerose esternazioni di personalità politiche (oltre che sui social) che stigmatizzano i movimenti per la Palestina, le scuole e le università, accusati di antisemitismo, fanno parte di una campagna mirata di sostegno al ddl Gasparri di Contrasto all’antisemitismo che equipara antisemitismo, antisionismo e critiche a Israele, comminando pene detentive a coloro che con parole, scritti o simboli, quali possono essere una carta geografica della Palestina o lo slogan “Palestina libera dal fiume fino al mare”, negherebbero “il diritto di esistenza dello stato di Israele”. Di questa legge, ora in Commissione al Senato, che criminalizza le critiche a Israele mettendo nel mirino le scuole e le università, è necessario comprendere e denunciare la portata repressiva. La manipolazione del linguaggio attuata da una insistente hasbara israeliana alleata con le destre mondiali ha radici lontane e coinvolge molti paesi: basti solo dire che dal giugno 2024 la legge sulla cittadinanza della Germania impone ai richiedenti la dichiarazione di fede nel “diritto di esistenza dello stato di Israele”.
La libertà di pensiero, di parola e di insegnamento sono fortemente minacciate.
Riconosciamo in questo salto politico autoritario il realizzarsi sempre più evidente di una forma di israelizzazione della società che attraverso la mistificazione proterva della realtà, l’islamofobia insieme con il militarismo cognitivo, le parole d’ordine “sicurezza” e “difesa”, la sorveglianza e il controllo, l’espulsione dei soggetti non conformi, acuisce le diseguaglianze sociali, sostiene il dominio economico della finanza globale, annienta la partecipazione democratica e reprime il dissenso.
Ma i giochi non sono ancora fatti e, come docenti, intendiamo continuare a farci protagonisti della critica e del contrasto alla assimilazione delle coscienze che tali processi tentano di imporre.